Chi ha bisogno di traumi e di vittime. L’immaginario luttuoso come forma di governo assoluto. Il discorso luttuoso è rimasto nel nostro spirito pubblico l’ultima possibilità di parlare da un punto di vista assoluto. È la cosa su cui non ci si può dividere, quella su cui si deve essere d’accordo, su cui non è possibile esprimere punti di vista. Come potrebbe l’assoluto essere compreso sotto la specie di un punto di vista? Chi si insedia nella casamatta del discorso luttuoso (trauma subito, vittimizzazione come fattore di identificazione) è totalmente svincolato dall’onere di sottoporsi al vaglio della contraddizione, della verifica, del discorso altrui. Il discorso luttuoso eredita nella tarda modernità il ruolo del dogma e il vigore enunciativo e performativo della auctoritas? Perché è accaduto? E che conseguenze ha sulla struttura dei soggetti, individuali e collettivi?
Daniele Giglioli insegna Lettere comparate all’Università di Trento. Tra le sue opere, Tema (Firenze: La Nuova Italia, 2001), Il pedagogo e il libertino (Ranica [BG]: Sestante, 2002), All’ordine del giorno è il terrore (Milano: Bompiani, 2007), Senza trauma (Macerata: Quodlibet, 2011, 2022), Critica della vittima (Milano: Nottetempo, 2014), Stato di minorità (Bari: Laterza, 2015) e Fiction (Roma: Treccani, 2021). Collabora con il Corriere della Sera e con la Neue Zürcher Zeitung.