Sergio Benvenuto presenterà ai “seminari Internazionali” di Psicoterapia e Scienze Umane, una relazione dal titolo “Esistono le perversioni?. “Intento di Benvenuto è di “Non fare della fenomenologia delle perversioni un trattatello psicologico — scelta tanto più meritevole nel trionfo odierno della chiacchiera psicologista, così funzionale all’emotivismo della società dello spettacolo. Benvenuto lo dichiara da subito (p. 32): la psicoanalisi corrente tende ad affrontare i dilemmi morali come se fossero nevrosi: questo libro vuole fare il gioco contrario, ovvero mostrare nevrosi e perversioni sullo sfondo più ampio di dilemmi esistenziali, etici. A partire da questa premessa, per Benvenuto la sofferenza nevrotica e quella perversa sono il risultato dell’assenza di una causa per cui vivere: in questo senso è la personalità narcisistica contemporanea il nocciolo duro della malattia del nostro tempo. “Non è l’oggetto anatomico desiderato a fare la perversione, ma, direi, la presenza o meno della cura dell’altro come soggetto di desiderio” (p. 36), scrive l’autore, la mancanza cioè di caritas, ovvero in termini cari alla tradizione lacaniana, di quel terzo che rende trascendente il rapporto chiuso-duale. Abbiamo detto “rapporto” ma appunto la scommessa dell’autore è quella di mostrare che quello perverso non è mai un rapporto, che quella perversa non è una coppia, semmai un “cozzo cacofonico di due perversioni”, dal momento che la relazione tra due amores senza caritas è in ultima analisi impossibile. È un tema assai ricco, sul piano filosofico, che richiama la contrapposizione habermasiana di ragione comunicativa e ragione strumentale, quest’ultima accostabile alla perversione. Ma — ed è ancora una volta il debito lacaniano in gioco, ovvero la distanza qui non affrontabile tra lo psicoanalista Freud e il filosofo Lacan — forse il tema meno immediatamente freudiano del libro. D’altronde Freud si astenne dal proporre una teoria normativa così forte, come quella che risulta da queste pagine, quando ad esempio si limitò ad osservare, con sguardo freddamente naturalistico, che “l’onnipotenza dell’amore forse non si rivela mai con tanta forza come in queste aberrazioni” (OSF 4, 474)”. Da recensione di Maurizio Meloni al libro di Sergio Benvenuto “Perversioni. Sessualità, etica, psicoanalisi”, Bollati Boringhieri, Torino 2005.