La conferenza percorre la storia della paranoia, ma soprattutto la paranoia nella storia. Le statistiche dicono che, come forma di disturbo mentale, la paranoia ha poca importanza. Altri forme di patologia possono essere ben più presenti, come i disturbi alimentari nella vita di oggi. Solo la paranoia, però, è capace di fare la storia: basta pensare al secolo XX e ad Hitler e Stalin. Essa incide direttamente sugli eventi collettivi perché – di nuovo a differenza delle altre psicopatologie – è psichicamente infettiva: se io sospetto di un altro, i miei comportamenti gradualmente inducono anche l’altro a sospettare di me. Le dinamiche paranoiche si alimentano da sole. Per giunta, la paranoia contagia non solo gli individui ma, con particolare facilità, le masse intere. Essa è dotata di una rigidità e circolarità argomentativa mascherata da falsa logica, che inganna facilmente le menti più semplici: va dritta al suo scopo distruttivo e la sua impazienza seduce l’uomo comune ben più dei veri discorsi politici, religiosi o ideologici. Un tempo, essa si affidava alle “voci”. Oggi possono favorirla le semplificazioni della comunicazione di massa.
La conferenza ricostruirà argomenti paranoici emblematici nella storia, da Caino a Bush junior. Si apre con l’analisi della paranoia di Aiace nel dramma di Sofocle e chiude con la discussione di quella shakespeariana di Otello.