Il corpo umano, in quanto specificamente umano, si costruisce intorno ad un taglio che non si rimargina, che non diventa cicatrice. Prima di quel taglio il corpo ha già molte abilità e conoscenze, ma non è ancora un corpo umano. In questo senso Homo sapiens non è mai stato un animale. Il taglio è un enigma, per sempre incomprensibile, che altri, genitori, adulti, antenati, letteralmente inseriscono nel corpo del piccolo umano.
Il taglio può essere un desiderio che precede la sua nascita, e quel desiderio non è suo. Oppure può essere uno sguardo, con cui un padre osserva il figlio impacciato. Può essere, ancora, una parola, con cui una madre definisce la figlia, una parola che traccerà un destino. Sono tante le forme di quel taglio, tante quanti sono i corpi umani.
Il taglio non ci sarebbe se gli esseri umani non parlassero. Il taglio è il linguaggio. Per questo il linguaggio, lo ricordiamo anche se è una banalità, è molto di più di un mezzo di comunicazione. E’ quello che Freud chiamava pulsione di morte (in base a questa ipotesi la pulsione di morte non ha nulla a che fare con gli istinti o con la biologia). La tesi di questo seminario è che la sfida che si apre per ogni corpo è confrontarsi con quel taglio; se c’è un compito, per l’animale che parla, è provare a diventare, finalmente, un corpo. Per questo l’oggetto specifico della psicoanalisi è il corpo.