Seguendo l’evoluzione storica del concetto di narcisismo, Licia Filingeri approfondirà l’apporto di Sandor Ferenczi, come teorizzato nel suo scritto Fasi evolutive del senso di realtà (1913). In esso si fa riferimento al narcisismo primario secondo Freud, sistematizzandone certe osservazioni e le trasformazioni che al bambino vengono imposte dalle esigenze della realtà, dopo i due primi periodi della sua esistenza segnati da un vissuto di onnipotenza. Ferenczi nel suo lavoro cerca inoltre di chiarire il passaggio, fino a quel momento alquanto oscuro, tra i due principi dell’accadere psichico, come formulati da Freud. Per far questo, si vale in maniera assai originale delle sue esperienze cliniche con nevrotici ossessivi.

Sempre seguendo una linea storica, Licia Filingeri presenterà poi la concettualizzazione sul narcisismo secondo Viktor Tausk. Il testo preso in esame è Sulla genesi della “macchina influenzante” nella schizofrenia  del 1919. In esso lo psicoanalista slovacco elabora in maniera originale il concetto freudiano di narcisismo, muovendosi sulla stessa linea di Ferenczi. Ambedue gli autori, infatti, fanno riferimento alla psiche inconscia del feto, e ai vissuti che in essa vengono inscritti in modo indelebile, fin dalla vita intrauterina e che si riattiveranno subito dopo la nascita, per riportare il lattante nella per lui agognata situazione di omeostasi già vissuta prima del parto. Secondo Tausk, questa concezione dello sviluppo dell’Io psichico ha anche il vantaggio di aiutarci a capire meglio certi comportamenti paranoici degli psicotici, che espellono all’esterno di se stessi la parte del corpo sede di tensioni libidiche insopportabili, configurando un’immagine di persecutore che prende la forma della “macchina influenzante”. 

Seguirà come di consueto discussione di gruppo con eventuale riferimento a casi clinici.