I concetti di orientamento sessuale, identità di genere, ruolo di genere sono sempre più al centro di un dibattito che chiama in causa molti e diversi ambiti: medico, clinico-diagnostico, psicoanalitico, politico, giuridico, religioso. Il seminario viene introdotto da un breve inquadramento terminologico, mirato a sottolineare le evidenti differenze concettuali ed esperienziali, ma anche gli inevitabili intrecci, tra ciò che riguarda l’orientamento sessuale (chi mi piace), l’identità e la disforia di genere (chi sono), il ruolo di genere (come appaio). A partire da queste osservazioni preliminari, Vittorio Lingiardi si interroga sul perché alcuni modelli psicoanalitici e alcune credenze popolari tendano a sovrapporre o confondere il genere e l’orientamento sessuale: un uomo che desidera un uomo viene considerato “femminile”, e dunque “sbagliato”; una donna che desidera una donna viene considerata “maschile”, e dunque “sbagliata”. Buona parte della diffidenza o dell’avversione nei confronti delle persone lesbiche e gay potrebbe derivare da qui, dalla preoccupazione per un disordine, qualcosa di “fuori posto” nel rassicurante schema binario dei ruoli di genere. Come se l’omosessualità facesse schiudere le categorie di genere (nella relazione amorosa, nella genitorialità) mettendo in crisi le nostre certezze. Una preoccupazione fondata o una falsa credenza?