La psicoanalisi di Freud e di coloro che dopo di lui ne hanno continuato l’opera appare innanzitutto come una modalità di guardare all’individuo considerandolo il nodo in cui precipita l’intreccio tra disagio personale e sociale e in cui si riversano anche quelle che Freud chiamava nevrosi della comunità. La psicoanalisi non è una branca specialistica della medicina: se tale fosse difatti perderebbe la sua originaria intenzione di essere una scienza che indaga il modo di vivere degli uomini, tra di loro e con loro stessi, e che vede nella propria applicazione terapeutica uno solo dei campi nei quali essa può essere impegnata. La clinica psicoanalitica non ha come proprio orizzonte una restituito ad integrum, bensì un cambiamento che prenda le mosse dal sintomo inteso come apertura a ciò che fatica a divenire pensiero. Di conseguenza, scienza, filosofia, letteratura, musica, cinema teatro rappresentano manifestazioni del pensiero che risultano direttamente di interesse psicoanalitico e non un mero campo di applicazione delle categorie e dei concetti della psicoanalisi.