Mi propongo di discutere il rapporto tra disturbi mentali e vicissitudini della vita amorosa prendendo spunto dalla relazione intrattenuta dalla passione e dal desiderio di morte nell’epidemia attuale di tentativi di suicidio, e più in particolare nella crisi suicidaria del paziente borderline. Nel corso degli ultimi anni, ho sviluppato la mia ricerca clinica e psicoanalitica in questo settore mettendo a punto una nuova tecnica di psicoterapia che è stata oggetto di ripetute valutazioni. Questi studi rivalutano l’importanza del punto di vista psicoanalitico per il miglioramento delle politiche di assistenza e del rapporto efficienza-qualità nel funzionamento dei servizi. Il nostro approccio si basa su una lettura psicopatologica originale della crisi suicidaria (la clinique du revenant) e del suo trattamento psicoanalitico (working-out dei processi di idealizzazione patologica all’opera nel lutto traumatico). A partire dalle prospettive aperte da questo modello, rivisiteremo il dibattito sulla comprensione e il trattamento del paziente borderline soffermandoci su un aspetto misconosciuto del modello strutturale freudiano. Si tratta del disordine che le reazioni ai traumi delle prime relazioni di attaccamento e dell’idealizzazione installano, con la complicità della sessualità infantile, a livello dell’economia narcisistica della vita pulsionale. Questa vulnerabilità contagerà la vita amorosa in modo tanto più marcato quanto più il trauma é stato grave e prolungato e quando ai predetti fattori s’aggiungono alterazioni neurobiologiche che rendono più precario e disarmonico lo sviluppo del controllo affettivo. Ne risulta una deriva dei processi di giudizio che si traduce in una tendenza generale della vita amorosa a sovvertire le logiche affettive del rapporto alla realtà, e che conferisce, più in particolare il distintivo carattere dissociativo, al di là del principio del piacere, al lutto traumatico del paziente borderline. Il malessere della nostra società e della sua cultura ci offre un altro esempio di queste contraddizioni. Sostenuta dal dilagare dell’infelicità nella vita amorosa, una domanda universale di terapia caratterizza il nostro tempo. Questo malessere ci rimanda a sua volta al ritorno animistico che scaturisce da un senso traumatico di precarietà. L’oscuro potere della magia d’amore ci metterà’, in ultima analisi, sulle tracce di un umano dell’uomo così tragicamente fragile quando si tratta di far fronte all’insufficienza morale iscritta nel suo seno dalla nevrosi. Orfano di Dio e ormai anche della realtà, l’uomo contemporaneo è più che mai ostaggio delle forze oscure che intricano i rapporti del suo Ideale d’amore con una morbida attrattiva del nulla e della morte.
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